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DIRECTOR'S NOTE

 

THE MEETING

From the first moment I arrived at Brasimone Lake, I was so fascinated by the beautiful body of water as the huge concrete structure present on its banks. That image seemed to me dissonant and harmonious at the same time; the lines drawn by the mountains were their vanishing point in the nuclear power plant situated on the banks of the lake.

Gradually I discovered that the history of that place had a thousand facets. In the 150 meters of the basin are enclosed emblematic events of Italian history. Brasimone has been a farmer place, then, with the construction of the dam, a small asset of early industrialization, later a tourist hub in the booming economy, a workers crossroads with the industry of the 70s and the Italian energy dream. The referendum on nuclear power in 1987 interrupted the curve of that trend. No more a mountain place, not touristic, no more industrial. Nothing. Brasimone, for me, besides being a beautiful corner of the Apennines, is a place where human action relates to the nature of the territory.

 

PAST AND PRESENT

I immersed myself in careful research of archive and I found many film footages from several sources: amateur filmmakers movies, industrial documentaries and News footage relating to the Brasimone Lake. Some images, mysterious and melancholic, have struck me and strongly asked to come back to life again. I thought this material can't be used as a reflection of a past that no longer exists. I wanted to blend and confuse present and past and for this reason I have filmed in different film formats, including Super8. So the past is happening now and the here and now is swallowed up in the whirlwind of events that have already happened. The past is ready to repeat itself.

 

 

MAKING BRASIMONE

I think filming is like a love affair, at the base there is always a gift : show up, expose oneself, undress and give themselves to each other. Some times I have experienced moments of pure joy and fun with the film's protagonists. What I filmed is born after a long process of approach, a personal encounter with the place, with the characters and their stories. For this reason I have been on the banks of the lake at different times, even without equipment. Reality is always a creation and when I was creating the narration of the film I thought I could play in a anti-naturalistic way to make loyalty to my inner journey and to experienced moments with the protagonists of the film.

 

 

THE WORKING GROUP

During the production I have been joined by professionals as well as friends with whom I shared process of creation and my reflections about the film too. From the earliest times Fausto Di Quarto accompanied me as sound recordist, which is then supported by Marco Neri. Both have the task of capturing the many and various sounds of the Apennines. Andrea Foschi embraced the film meaning and manage proficiently the different motion picture film formats. Marco Rizzo, with whom I edited the film side by side, was a companion of adventure to compare my thoughts and my doubts . With Alessandro Quaglio since the first meeting it was established harmony that allowed to work usefully in sound editing and sound design. A special thanks goes to Paul Segat for making precious Brasimone and loving it. Lara Brucci has been the first to support this adventure and she has always been by my side, even when the ideas were more confused. With Andrea Pritoni and Stefano Appoggi we were emphatic in accepting ideas as soon as they are presented; Stefano then was the first to believe in the project and its potential, by investing his energies. The advice and help of Mario Balsamo gave me the courage to complete the film. Sebastiano Greco, Andrea Grillini, Elena Agnelli, Giovanni Nucci, Luciana Giannerini, Cristina Barone, Francesca Ussani, Alessandra Maisani, Chiara Liberti and my father were close to me both for the affection and the contribution to the documentary.

NOTE DI REGIA

 

L'INCONTRO

Sin dal primo momento in cui sono giunto sul lago di Brasimone, sono rimasto affascinato tanto dallo splendido specchio d'acqua quanto dall'enorme struttura di cemento presente sulle sue rive. Quell'immagine mi appariva dissonante e armoniosa allo stesso tempo; le linee tracciate dalle curve delle montagne trovavano il loro punto di fuga nella centrale nucleare posta sulle rive del lago. Cominciai subito le ricerche e i primi sopralluoghi. Pian piano scoprii che la storia di quel luogo aveva mille risvolti. Nei 150 metri circa di lunghezza del bacino sono racchiuse emblematicamente le vicende della storia italiana. Brasimone è stato un luogo contadino, poi, con la costruzione della diga, un piccolo baluardo di prima industrializzazione, per divenire in seguito un polo turistico nel pieno boom economico, un crocevia operaio con l'industria degli anni '70 e il sogno energetico italiano. Il referendum sul nucleare del 1987 ha interrotto la curva di quella parabola. Non più luogo montanaro, non più turistico, non più industriale. Niente. Brasimone, per me, oltre ad essere un incantevole angolo dell'Appennino, è un luogo in cui l'azione umana si relaziona con la natura del territorio.

 

PASSATO E PRESENTE

Mi sono immerso in un'attenta ricerca di materiali d'archivio che mi ha permesso di trovare immagini di repertorio provenienti da diverse fonti: pellicole di cineamatori, documentari industriali e materiale di informazione inerenti il lago di Brasimone. Alcune immagini si sono rivelate con forza ai miei occhi, misteriose e malinconiche chiedevano prepotentemente di tornare di nuovo in vita. Decisi di utilizzare questo materiale non come specchio di un passato che non c'è più, ma in modo da fondere e confondere i piani temporali, utilizzando perciò diversi formati di ripresa tra cui il super8. Il passato accade oggi e il presente viene ingoiato nel turbinio di fatti già accaduti, divenendo coetanei tanto nell'aspetto quanto negli intenti. Un passato pronto a ripetersi.

 

LA LAVORAZIONE

Penso che filmare sia come una relazione amorosa alla cui base c'è sempre un dono: mostrarsi, mettersi in gioco, denudarsi e concedere se stessi all'altro. Durante alcune riprese ho vissuto momenti di divertimento e di gioia pura insieme ai protagonisti del film. Le scene filmate sono state realizzate dopo un lungo processo di avvicinamento, un personale incontro con il luogo, con i personaggi e le loro storie. Per questo motivo sono stato sulle rive del lago in diversi periodi, anche senza girare. La restituzione della realtà è pur sempre creazione della realtà e, nel delineare il percorso narrativo del film, ho giocato anche in senso antinaturalistico con il materiale filmato, proprio per rendere fedeltà al mio percorso interiore e ai momenti vissuti con i protagonisti del film.

 

IL GRUPPO DI LAVORO

Durante la lavorazione sono stato affiancato da professionisti, nonché amici, con cui ho condiviso sia il processo di esplorazione e di creazione, sia le riflessioni che il film mi stava ponendo. Sin dai primissimi momenti, Fausto Di Quarto mi ha accompagnato per la presa diretta sonora, che si è poi avvalorata della preziosa mano di Marco Neri. Entrambi hanno permesso di rendere la ricchezza sonora di cui l'Appennino è depositario. Andrea Foschi ha saputo cogliere l'essenza del progetto, traducendo le molteplici intenzioni dei diversi formati di ripresa. Marco Rizzo, con il quale ho montato il film fianco a fianco, è stato un compagno d'avventura con il quale confrontare i miei ragionamenti, le mie perplessità e i miei dubbi. Con Alessandro Quaglio sin dal primo incontro si è stabilita una sintonia che ha permesso di lavorare al montaggio del suono e alla delicata fase di sound design dei materiali di archivio. Un ringraziamento particolare va a Paolo Segat per aver accolto e aver saputo impreziosire Brasimone. Lara Brucci, oltre ad avermi aiutato a discernere le idee quando si sono presentate più confuse, è stata la prima a sostenere questa mia avventura. Con Andrea Pritoni e Stefano Appoggi siamo stati empatici nell'accogliere idee e intuizioni non appena si sono presentate; Stefano poi è stato il primo a credere nel progetto e nelle sue potenzialità, investendo le sue energie. Il consiglio e l'aiuto di Mario Balsamo mi hanno dato il coraggio per licenziare il film, affrontando, non ultima, la paura di non sentirlo più mio. Sebastiano Greco, Andrea Grillini, Elena Agnelli, Giovanni Nucci, Luciana Giannerini, Cristina Barone, Francesca Ussani, Alessandra Maisani, Chiara Liberti e mio padre mi sono stati vicini sia per il contributo che hanno dato al film, sia per l'affetto nei miei confronti.

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